Intervista con Fireforge (3/3)

Continuiamo la nostra intervista con Francesco della Fireforge.

In questa terza e ultima parte ci occuperemo del primo gioco prodotto dalla ditta italiana: il wargame storico Deus Vult e il suo “spin-off”, Burn&Loot.

Ne approfitteremo per chiacchierare con Francesco anche del mercato dei wargame in Italia e all’estero e avremo qualche piccola anticipazione su progetti futuri.

Nella foto in evidenza avete modo di vedere la copertina del regolamento di Deus Vult che offre un’idea della qualità degli artwork utilizzati per le confezioni dei prodotti Fireforge della gamma.

 

 

 

DEUS VULT

B.: Veniamo ora al primo gioco che avete rilasciato: Deus Vult. Sin dall’inizio, vi siete proposti come ditta di miniature storiche, in particolari medievali e, ancor più in particolare, a tema “Crociate” (queste in senso ampio del termine, vale a dire non solo quelle in Terra Santa, ad esempio, ma anche le Crociate del Nord). Il regolamento che ne è seguito, Deus Vult (DV), è stato scritto da Alessio Cavatore. Io non nascondo di avere una particolare predilezione per questo gioco e per la gamma di miniature che lo accompagna. D’altronde, uno che ha come nick sul forum ‘Baldovino I’ e come immagine Avatar aveva  lo stemma araldico del regno di Gerusalemme, cosa altro potrebbe dire? Quindi, mi perdonerete se mi dilungo un po’ su questo sistema.

Cavalieri dell’Ordine Teutonico. Uno dei primi kit in plastica della Fireforge

Come nasce la decisione di prendere le Crociate come periodo di riferimento? Siete tutti appassionati del periodo in azienda? Come e quando nasce questo interesse?

F.: Sono sempre mancate buone miniature versatili per il periodo delle crociate, inoltre storicamente è un periodo che andrebbe maggiormente studiato e approfondito visto che risulta essere oggi molto attuale in considerazione del confronto tra oriente e occidente.

B.: Non potrei essere più d’accordo. Da profondo studioso del periodo, ritengo un vero peccato che un’epoca che ha lasciato un’impronta così importante nella storia europea, venga trattata in modo così superficiale. Soprattutto in Italia, mi vien da dire, tenuto conto che la letteratura più interessante sull’argomento viene dalla Francia, dal Regno Unito e dalla Germania. Peraltro, questa ignoranza poi emerge anche in maniera a tratti sgradevole. Mi riferisco alla storia di quel politico che ha utilizzato alcuni vostri artwork come sfondo ad alcuni suoi manifesti con forti posizioni islamofobiche. Come è andata quella vicenda?

Foot knights XI-XIII sec. – artwork

F.: Diciamo che per il momento è una vicenda chiusa. La nostra azienda (come tutte del resto) non ha una posizione politica, il nostro intento è produrre e commerciare, con noi lavorano persone dalle più diverse idee politiche e non ci sono mai stati problemi nella condivisione dell’ambiente di lavoro, rimanendo sempre in un ambito di rispetto reciproco. Purtroppo tutto il nostro materiale artistico storico è stato oggetto di furti per propagandare messaggi politici e questo non fa piacere perché dimostra maggiormente che manca il rispetto della proprietà intellettuale finanche nei più alti livelli amministrativi. Naturalmente la nostra azienda non ha mai chiesto diritti d’immagine ai numerosi singoli che hanno usato (e continuano a usare) i nostri artwork per se stessi (come ad esempio firme, meme e chi più ne ha più ne metta).

B.: Torniamo a cose più piacevoli. Alessio Cavatore si è occupato delle regole di Deus Vult. Per quanto riguarda la ricerca sull’ambientazione, ve ne siete occupati voi stessi?

F.: Veramente noi e Cavatore ci siamo occupati delle regole in parti uguali, mentre per la ricerca storica è tutta opera nostra.

B.: Complimenti doppi allora. È un regolamento che mi piace moltissimo, con alcune chicche vere e proprie (tipo la fase di “esplorazione” pre-partita o i tratti dei comandanti). Complesso, ma davvero intrigante. Quanto tempo ha richiesto lo sviluppo del progetto Deus Vult?

F.: Ha richiesto circa un anno di lavoro solo per le regole.

Army list per Novgorod

B.: Gli artwork delle scatole delle vostre miniature sono bellissimi. Chi sono gli artisti? Come si sviluppa il processo creativo? Voi indicate delle linee generali e poi l’artista ha carta bianca oppure è tutto più strutturato?

F.: Abbiamo lavorato con un buon numero di artisti, alcuni sono una garanzia di qualità nel mondo dei wargame, altri li abbiamo resi famosi (qualcuno avrà notato la somiglianza di stile tra i nostri artwork e quelli realizzati per la serie di Rome Total War) altri ancora sono recenti scoperte. L’artwork prende ispirazione dai modelli che avranno bisogno di quella scatola. Ogni artista riceve delle linee guida tecniche e artistiche da rispettare, poi su quelle vengono realizzati dei bozzetti, si sceglie il tipo di scena preferito e infine l’opera d’arte viene definita, rifinita e colorata. Siamo sempre alla ricerca di artisti ed è per noi abbastanza triste aver constatato che dobbiamo sempre rivolgerci all’estero per cercarne di nuovi data la scarsa preparazione di quelli italiani nella maggior parte dei casi.

B.: Più di recente, abbiamo avuto una versione più “snella”: Burn & Loot. Come definireste Burn & Loot? Si tratta di un’espansione di DV o è un sistema a sé stante?

F.: E’ un sistema a sé stante che può essere visto come un’introduzione a DV stesso.

B.: Quali sono le caratteristiche principali di B&L in rapporto a DV?

F.: Prima di tutto che è un gioco skirmish. Questo ha permesso di creare un gioco che potesse funzionare su tavoli ricchi di elementi scenici di ogni tipo. E poi sicuramente la semplicità di gioco per poter effettuare partite anche con tanti modelli ma in un tempo molto ridotto rispetto a DV.

B.: È un po’ di tempo che DV sembra “congelato”. È perché lo ritenete un sistema ormai definito oppure avete altri progetti di espansione?

F.: DV richiede molto tempo per la realizzazione delle army list o di progetti collegati, per questo gli aggiornamenti arrivano con estrema lentezza.

B.: L’eventuale successo di Forgotten World potrebbe determinare un ri-orientamento in quella direzione anche delle regole DV oppure continuerete ad esplorare l’epoca arricchendo ulteriormente l’offerta di miniature?

F.: Questo è qualcosa che studieremo più avanti.

Burn & Loot: è un regolamento di schermaglie anche per introdurre i giocatori al “mondo” di Deus Vult

B.: Perché i regolamenti DV e B&L non sono disponibili in italiano? Magari in pdf scaricabile a pagamento?

F.: Il mercato italiano è pesantemente affossato dalla pirateria. Realizzare un pdf scaricabile anche se ad un prezzo ridotto, vorrebbe dire diffondere praticamente gratis un gioco che alla nostra compagnia è costato tempo e denaro produrlo. Non possiamo permettercelo.

B.: Pensate in futuro di esplorare qualche altro periodo storico?

Certo che si, siamo italiani, quindi produrremo miniature che hanno a che fare con la nostra storia nei più diversi periodi storici. Abbiamo già progetti in mente.

B.: Non vediamo l’ora! In effetti, come si individua la “prossima” uscita in una gamma storica? Qual è il processo?

F.: Dipende da molti fattori, alcuni interni come le strategie di mercato da adottare, altri esterni (eventi, uscite della concorrenza eccetera)

Fanteria sudanese in resina per le armate dell’Islam

B.: Per quanto riguarda la “scultura” delle vostre miniature, utilizzate tecniche tradizionali o software di modellazione e scultura? O entrambi?

F.: Per anni abbiamo utilizzato tecniche tradizionali. Oggi lavoriamo unicamente in digitale.

B.: Dove avviene la stampa delle miniature?

F.: La produzione in plastica e le confezioni sono realizzate in UK, spedite nei nostri magazzini in US e Italia e da lì assemblata e mandata nei negozi di tutto il mondo. La produzione in resina è realizzata unicamente in Italia. La tecnologia usata per entrambe le produzioni è italiana.

 

IL MERCATO DEI WARGAME

B.: Eccoci giunti all’ultima parte di questa intervista. Uno degli argomenti che riemergono ciclicamente nelle nostre discussioni sul forum riguarda l’evoluzione del mercato dei wargame. Chiaramente le nostre sono esclusivamente speculazioni basate sulle nostre esperienze dirette sui tavoli da gioco. Vorremmo approfittare della vostra disponibilità per avere il punto di vista di uno degli operatori del settore e, probabilmente, al momento uno dei più importanti sul mercato italiano.

Quando vi siete lanciati nell’avventura Fireforge, qual è stato il vostro mercato di riferimento? Avete osservato evoluzioni nel corso degli anni?

F.: Il mercato di riferimento per le miniature è quello anglosassone e non c’è motivo di pensare che la cosa cambierà nel breve termine.

B.: Parlando ora di mercato italiano, quali sono le principali differenze rispetto agli altri mercati? Quali sono, secondo voi, le prospettive del mercato italiano?

F.: Il mercato italiano delle miniature è molto povero rispetto a qualunque altro mercato e le cose non cambieranno finché non ci saranno diversi cambiamenti in vari ambiti, a partire soprattutto dal sistema paese.  

B.: Partecipate a molti eventi (fiere/esposizioni) di settore? In Italia? All’estero? E quali sono le vostre preferite e perché?

F.: Partecipiamo per lo più ad eventi all’estero. Visto che la maggior parte del mercato è altrove non ha senso dal punto di vista commerciale essere presenti alle fiere italiane, che comunque costano dal doppio a cinque volte in più di una qualunque fiera all’estero offrendo praticamente zero servizi per chi lavora in fiera e per chi partecipa da visitatore. L’unica fiera che somiglia a quelle a cui partecipiamo all’estero è Modena Play, una bella manifestazione a cui vorremmo essere più spesso presenti, ma purtroppo è difficile partecipare ad una particolare fiera soprattutto (come nel caso del Modena Play) quando la data di una manifestazione coincide o quasi con quella di un’altra che ha una maggiore esposizione mediatica e importanza.

Lo stand Fireforge in preparazione per Salute 2015

B.: Se proprio foste costretti a scegliere unicamente due fiere a cui partecipare, una (e una sola) nell’isola di Albione e un’altra sul continente, quali scegliereste?

F.: Non scherziamo, abbiamo già scelto e saremo in quel di Londra quest’anno.

B.: Quindi, quale saranno i prossimi eventi a cui parteciperete?

F.: Saremo presenti a Salute 2019 e probabilmente, per la prima volta, al mondiale NAF di Blood Bowl che si terrà in Austria a ottobre 2019 e dove speriamo di avere una nuova squadra pronta per l’evento.

B.: Se ho capito bene, il vostro mercato di riferimento rimane quello britannico, non solo per quello che riguarda le vendite, ma anche per (almeno in parte) la produzione delle vostre miniature. Come sareste impattati da un’eventuale hard Brexit?

F.: Per tutte le aziende che producono miniature da wargame il mercato di riferimento è quello inglese. Hard Brexit preoccupa tutti nell’industria dei wargame unicamente per la perdita di potere d’acquisto da parte dei consumatori inglesi, a tutto il resto bene o male ci sono soluzioni.

B.: Qual è il vostro cliente tipo? Pensate si tratti di qualcuno interessato a giocare ad un nuovo gioco oppure qualcuno che vuole modelli nuovi per giocare ad altri giochi esistenti?

F.: Non abbiamo un cliente tipo, abbiamo dal collezionista, al giocatore, all’hobbista occasionale. Le miniature che produciamo riescono a soddisfare diversi bisogni e ne siamo molto soddisfatti.

B.: Il fantasy di un certo tipo piace solo ai giocatori/collezionisti più anziani mentre i giovani sono interessati ad un altro stile?

F.: E’ semplicemente una questione di gusti personali. Il “bello” è “bello” diciamo noi. Può non piacerti lo stile di una miniatura, ma anche se non ti piace sai bene che puoi dire che si tratta o no di una “bella” miniatura. Sono un appassionato collezionista di elfi per esempio, i nuovi modelli degli elfi di Age of Sigmar non mi piacciono per nulla, ma non mi sognerei mai di definirli in modo diverso da “belli” per quanto riguarda l’aspetto, il dettaglio, le forme, sono assolutamente innovativi sotto una miriade di punti di vista.

CONCLUSIONE

B.: Un’ultima domanda. Potete rivelarci qualche cosina in anteprima?

F.: In questo momento le nostre attenzioni sono su un nuovo range per il wargame storico, una serie per gli spagnoli feudali che speriamo di rivelare durante il 2019.

B.: Prima di congedarci, innanzitutto vorrei ringraziarvi per la vostra disponibilità. Credo di poter dire che sia una qualità estremamente apprezzata. Molti commentatori durante il KS la hanno messa in evidenza e noi non manchiamo di sperimentarla continuamente e approfittarne nel corso delle nostre discussioni sul forum a proposito dei vostri giochi.

Per finire, approfittando delle imminenti feste di fine d’anno, colgo questa opportunità per farvi i nostri migliori auguri anche e soprattutto per un 2019 pieno di soddisfazioni e successi. Saremmo noi i primi a beneficiarne. Per quanto mi riguarda, io mi auguro che la mia famiglia abbia letto per bene la mia letterina a Babbo Natale e che sotto l’albero io trovi una bella scatola di soldatini con la scritta sopra: “Deus Vult!”

F.: Grazie a voi e buone feste a tutti dal nostro team.

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One Response to “Intervista con Fireforge (3/3)”

  1. baldovino ha detto:

    Se siete interessati ad avere qualche informazione aggiuntiva sui regolamenti della Fireforge, potete consultare la nostra sezione dedicata alla ditta di Avellino nel forum:
    https://www.wargamesforum.it/viewforum.php?f=158

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