Parla con me: il vate dei Kickstarter

Iniziamo con oggi una nuova rubrica, dedicata ad una serie di approfondimenti sui vari aspetti del nostro hobby che, citando un noto programma televisivo, abbiamo deciso di intitolare: “Parla con me”.

Affronteremo diversi argomenti, sfruttando l’esperienza diretta degli utenti del nostro forum in modo da potervi offrire un punto di vista concreto sul tema in esame.

Cominciamo con l’altro moderatore del forum, il nostro omino verde Saint of Killers, al secolo Daniele.

Saint è un incallito wargamer e una fonte inesauribile di informazioni per noi utenti di wargamesforum.it. Le leggende del dark web narrano che, se Saint non conosce un determinato gioco, probabilmente è perché quel gioco non esiste. E se non esiste, è perché lui non ne ha finanziato il progetto su Kickstarter…

Sì, perché oltre a essere un incallito wargamer, Saint è anche un inarrestabile finanziatore di progetti sulle piattaforme di crowdfunding!!!

Ancora sul dark web circolano voci secondo le quali Saint non avrebbe più posto in casa per via del continuo afflusso di scatoloni di giochi di miniature che ormai escono da ogni armadio, sono stipate sopra e sotto i tavoli, addirittura sopra e sotto il letto al punto che, sempre stando a certe sedicenti dicerie, il nostro eroe è stato costretto a destinare ad altro uso il suo sgabuzzino… Se non ci credete, guardate più in basso!

Ma ora stiamo divagando. E torniamo in argomento. Visto che ci accompagnerà per ben due interviste, facciamo conoscenza con il nostro eroe di giornata.

Il nostro eroe: Saint of killers

Baldovino: buongiorno Saint e grazie per il tempo che ci concedi con questa intervista. Innanzi tutto, perché hai scelto come nick “Saint of Killers”?

Preacher Special #4: Saint of Killers

Saint of Killers: Si tratta di un personaggio del fumetto Preacher (In italiano l’hanno tradotto come Santo degli Assassini). Oltre ad essere un fan del fumetto (e del suo autore in genere Garth Ennis) mi piaceva l’accostamento blasfemo di un santo/assassino. 

B.: Tu sei originario di Torino, ma da diversi anni vivi a Londra. Ora, la mia impressione sulla vita del wargamer a Torino è stata decisamente positiva e mi sembra che ci siano gruppi di gioco particolarmente attivi (e immagino tu venga da uno di quelli). Come è la realtà di Londra rispetto a quella di origine? Quali sono le differenze più significative?

S.: Sarà difficile da crederci, ma c’è piu’ gente che a Torino [ndr: quanto è spiritoso il nostro Saint]! Il che vuol dire che è molto più facile trovare giocatori anche per giochi minori che magari non erano molto seguiti a Torino. Comunque la distribuzione dei giochi mi sembra tutto sommato la stessa: ci sono in ogni caso moltissime persone che giocano a giochi GW (con il 40K in testa) ed una percentuale tutto sommato minore che gioca ad altro.

C’è da aggiungere che negli ultimi due-tre anni ho avuto la sensazione che i giochi da tavolo in genere siano diventati “fighi” e sono nati parecchi negozi che sono un po’ una via di mezzo tra associazioni di gioco, pub e negozi veri e propri. Ad esempio una delle associazioni con cui gioco non ha locali propri (da notare che gli affitti a Londra sono fuori controllo) ma ci troviamo due giorni a settimana in un pub/associazione che ci riserva una sala. Darksphere che aveva un locale minuscolo letteralmente sotto un ponte della ferrovia ha aperto da pochi mesi un mega negozio con parecchi tavoli da gioco vicino a un centro commerciale; Magic Madhouse ha un locale che è una via di mezzo tra pub e negozio, situato non lontano da dove abito ed aperto da pranzo fino a mezzanotte quasi tutti i giorni.

B.:Da quanto tempo sei un appassionato di wargames? Come sei entrato in questo mondo e con quale gioco?

S.: Direi da almeno una ventina d’anni, credo che il primo gioco di miniature a cui ho mai giocato fosse “Warzone” all’epoca edito da Target Games. Avevo scoperto il gioco tramite quella linea di fascicoli “collezionare e dipingere miniature” e da allora non ho più abbandonato questo tipo di giochi.

Da notare che parliamo dell’era pre-internet quindi all’epoca era davvero difficile scoprire questo genere di giochi per chi, come me, viveva in un paese di piccole dimensioni senza negozi specialistici.

B.: Hai un’ambientazione preferita?

S.: Direi fantasy (alla tolkien) ma non mi dispiace l’hard sci-fi/cyberpunk.

B.: Cosa ti attira in un gioco? E qual è l’importanza che attribuisci al “lore”?

S.: In genere mi attirano molto: i modelli (qualità ma anche la possibilità di usarli eventualmente con altri giochi), le meccaniche di gioco (es. Non sempre le solite cose scopiazzate da WH), la componentistica e la possibilità di trovare giocatori.

Come dico sempre “Per me il background nei wargames e’ un po’ come la trama dei porno. Se c’è ed è fatta come si deve meglio, ma altrimenti chissenefrega” [ovviamente sta parlando della trama dei porno e non del BG dei giochi – ndr].

Ho sempre avuto la sensazione che sia molto difficile coniugare una trama decente ad un wargame dato che la funzione della trama finisce per essere quasi sempre e solo una scusa per giustificare una guerra totale e continua… quindi non è che gli autori possono farci molto tranne forse scimmiottare il Paradiso Perduto di Milton e varia roba di Michael Moorcock sperando che i giocatori non se ne accorgano  (ehm…) [ah! Allora parlava dei giochi – ndr]

B.:Qual è il tuo gioco preferito?

S.: È difficile indicarne uno solo: ti direi Runewars (una ventata di originalità, ma una battaglia persa in partenza), Star Wars Legion (ottimi modelli e sono un fan delle regole distribuite gratuitamente ed in perenne evoluzione, quindi niente librettini/espansioni/faq che riscrivono le regole) ed anche A Song Of Ice and Fire (anche se è molto limitato dalla distribuzione a singhiozzo in UK/Europa).

 B.: E quello che proprio non sopporti?

S.: I vari cloni di wh40K che non aggiungono niente di nuovo rispetto quello che giocavamo venti anni fa. Sono stato anche deluso molto da Gates Of Antares (sia per i modelli che per le regole): è stata un’occasione persa! Posso capire che fare concorrenza a GW sia difficile, ma la poca cura nel design delle regole (a livello che mi chiedo persino se le abbiano provate) ed i modelli che non fanno proprio gridare al miracolo, rendono davvero difficile apprezzare il gioco.

B.: Ogni tanto, ti capita anche di dipingere qualche miniatura o giochi soltanto? Qual è l’ultima unità che hai dipinto?

S.: Che domanda maliziosa! È abbastanza noto che non mi piace proprio dipingere i modelli e soprattutto non sono quasi mai soddisfatto del risultato finale rispetto al tempo che ci ho messo a dipingerli. L’altro problema è che giocando a tanti giochi, è impossibile o quasi avere tempo per dipingere il tutto. Quindi nella maggior parte dei casi mi limito a dare il fondo.

Comunque, questa è l’ultima unità che ho dipinto, almeno un anno fa o giù di li [molto giù di lì… e solo perché si trattava di scheletri (l’altra malcelata passione del nostro eroe) – ndr]:

L’ultima unità dipinta da Saint, più o meno un anno fa: la banda di scheletri per Shadespire.

Kickstarter: che passione!

B.: Dopo questa necessaria introduzione, passiamo adesso all’argomento del giorno vero e proprio. Sei noto per essere uno dei più importanti finanziatori viventi di giochi su Kickstarter , e quindi vorremmo approfittare della tua sconfinata saggezza [ndr: sul nostro forum, Saint è noto anche come vate del Kickstarter e oracolo del crowdfunding] per capire un po’ meglio come funziona il dorato mondo del crowdfunding che, come abbiamo indicato nell’articolo con cui abbiamo rilanciato il blog, rappresenta una delle più importanti innovazioni degli ultimi anni per i wargame. Non dando nulla per scontato, partiamo dalle basi. Cosa e’ Kickstarter (KS)?

S.: Si tratta di una piattaforma di crowdfunding che permette ad aziende dei settori più svariati di trovare soldi da investire in nuovi progetti facendosi così finanziare dai loro stessi clienti.

Le aziende hanno il beneficio di avere soldi senza dover ricorrere a finanziamenti classici (ovvero prestiti e mutui) mentre i backers (i finanziatori, chi supporta il progetto) hanno il vantaggio di partecipare, delle volte in modo minimo, fornendo opinioni sul progetto e soprattutto avendo qualcosa di extra in cambio.

Gli altri componenti della banda dipinti da Saint.

I progetti hanno una data di inizio e di fine raccolta fondi, generalmente un mese, e definiscono diversi pledge level (livelli di contribuzione) che corrispondono al tipo di prodotto che il backer riceverà in cambio ad una certa data di consegna stimata.

Chi gestisce il progetto definisce anche stretch goal ovvero obiettivi monetari oltre la soglia minima che corrispondono a benefici aggiuntivi per i backers.

I sostenitori possono cancellare la loro offerta in qualunque momento purché entro la fine della raccolta fondi. L’addebito viene comunque effettuato solo alla fine della campagna, qualora il progetto venga finanziato con successo (vale a dire che almeno l’obiettivo minimo è stato raggiunto).

In genere i backer possono comunque contribuire al progetto dopo la fine della raccolta fondi ma questa operazione avviene al di fuori del kickstarter ed è comunque sconsigliata dato che i fondi ricevuti in questo modo non contribuiscono necessariamente a raggiungere nuovi stretch goal e non sempre permettono al finanziatore di accedere ai benefici aggiuntivi.

B.: Ci sono dei rischi?

S.: Certo, la piattaforma di kickstarter fornisce solo l’infrastruttura, si accerta che i progetti siano legali (ad esempio non violino copyright) ma non fornisce nessuna garanzia che il creatore del progetto consegni quanto promesso. Quindi se il creatore scappa con i soldi non c’è molto da fare. E la cosa è già successa.

B.: Come sei caduto nel tunnel?

S.: Il primo Zombicide nel lontano Settembre 2012. Mi piaceva molto il concetto del gioco. All’epoca abitavo ancora in Italia e, visto che, per tempi e costi, sarebbe stato problematico comprare il gioco una volta nei negozi, mi sono lanciato sul progetto.

Come promesso: una visione parziale di come Kickstarter stia progressivamente occupando “casa Saint”

B.: Da quella prima volta, quanti ne hai finanziati?

S.: Ho appena controllato. Ne ho finanziati ben 66 al momento! Alcuni con una manciata di soldi, altri con centinaia di dollari. C’e’ anche da dire che da un paio di anni compro più giochi su KS che non nei negozi.

B.: E nell’ultimo anno, quante volte ti sei lasciato indurre in tentazione?

S.: Nell’ultimo anno una decina.

B.: Qual è stato il migliore?

S.: Al momento direi Massive Darkness: ottimi modelli per essere in PVC ed essendo fantasy classici li ho già usati in diversi altri giochi. Il rapporto prezzo/roba ricevuta è stato fenomenale, come in genere capita con i giochi CMON.

B.: Qual è stato il peggiore?

S.: Beh, quelli in cui sono stato fregato e non riceverò mai niente. Per fortuna, però, non ci avevo neanche investito molti soldi.

Questo della Manor House è stata una delusione, credevo fosse tranquillo ed invece ne sono successe di tutti i colori: tra l’aver fatto realizzare il materiale da altri e vari problemi di salute di chi ha creato il progetto, è stato una tragedia.

Questi altri due (uno, e l’altro)  si sono rivelati vere e proprio truffe, dove chi faceva il progetto ha, di fatto, utilizzato i soldi raccolti per altro. Ed è abbastanza comune! È noto, infatti, che diverse aziende hanno usato KS per pagarsi i debiti, anziché portare avanti il progetto per cui avevano ricevuto il finanziamento.

B.: Invece qual è stato quello che hai ricevuto, ma ti ha deluso (almeno parzialmente)?

S.: Quelli della Mantic games. La qualità del materiale è sempre stata sotto le mie aspettative ed inoltre hanno sempre fatto preordini (ad un prezzo comparabile al KS) poco prima di vendere il materiale sul loro sito… quindi non capisco molto che senso abbia partecipare a questi progetti.

B.: Al momento quale ti sta facendo temere per il peggio?

S.: Questo Human Interface: dovremmo essere in dirittura d’arrivo ma mi è chiaro che il progetto non è mai stato sotto controllo.

Inoltre sono quasi sicuro che quello di Confrontation finirà malissimo… ma me lo aspettavo e non ci ho partecipato. (AH!)

B.: Nell’ultimo anno o giù di lì, quale progetto credevi avrebbe avuto un successone ed invece è finito peggio di quanto ti aspettavi?

Questo di darkhold mi ha spezzato il cuore! Mi sembrava eccellente eppure non riuscivano a prendere velocità e l’hanno cancellato.

Per questi due (A song of ice and fire, e forgotten world) mi sarei aspettato un successo molto maggiore ed invece! Pare che con ASOIAF Cmon sia finita nei guai, perché anche loro si aspettavano di più [ndr: per forgotten world, invece, potete vedere direttamente l’opinione della Fireforge nella seconda parte della nostra intervista con l’azienda avellinese].

B.: Secondo te quali sono le caratteristiche più sospette di un Kickstarter? Da cosa bisogna stare alla larga?

S.: Progetti che

  • Sembrano troppo belli per essere veri con stretch goals esagerati.
  • Mostrano solo stampe in 3D o addirittura render e non prototipi. Tra il disegnare qualcosa in 3D e stamparlo in serie c’è una bella differenza [ndr: presto pubblicheremo qualcosa in merito], vedi quello di 4Ground (da cui sono stato alla larga).
  • Hanno a che fare con videogiochi o software in genere. Sembrano sicuri, ma stimare un pezzo di software è davvero difficile e chi lo sa fare non ricorre in genere al KS.
  • Sono gestiti da qualcuno che è al primissimo progetto e non ha nessuna esperienza nel settore. Soprattutto se il progetto è particolarmente ambizioso!

B.: Grazie tante Saint e a presto per un secondo approfondimento!

Both comments and pings are currently closed.

Comments are closed.

QR Code Business Card