Nell’ultimo articolo pubblicato sul nostro blog, abbiamo fatto conoscenza con Saint of Killers e abbiamo imparato dall’oracolo del crowdfunding tutto quello di importante che c’è da sapere sul “finanziamento partecipativo”. Il nostro agente a Londra, però, non si limita a sostenere progetti a destra e manca, ma è una vera e propria fucina di progetti lui stesso!
Da qualche tempo a questa parte, il nostro, forse stanco e annoiato dal dipingere ossicini e teschi vari con dubbi risultati, si è dotato di stampante 3D e ha dato libero sfogo alla sua creatività! Sul nostro forum abbiamo un argomento dedicato alle sue creazioni, sin dagli esordi, e foto in più sono disponibili sul profilo Twitter del nostro innovatore preferito.
E allora, chi meglio di Saint può aiutarci a superare l’ultima frontiera del nostro hobby e a condurci per mano nella terra incognita della stampa 3D che rappresenterà, senza dubbio alcuno, il futuro di diversi settori economici, incluso quello dei wargame? Nessuno! Quindi affidiamoci a lui!
Baldovino: ciao Saint e ben trovato. Da quanto tempo sei in possesso di una stampante 3D?
Saint: ho comprato una Flashforge Creator Pro nel lontano Luglio 2016.
B.: Perché hai comprato una stampante 3D? Non avevi altro modo per buttare i soldi?
S.: Più che altro perché volevo realizzare qualcosa che ho progettato e di cui non trovavo un equivalente in commercio… Leggete i dettagli un paio di domande sotto!. Beh, modi per buttare i soldi ne ho già tanti (vedete l’articolo sui Kickstarter). Uno in più uno in meno…
B.: In giro si vedono oggetti stampati in 3D di qualità molto diversa tra loro, ad esempio molti master usati per la stampa tradizionale in piombo sono realizzati via stampa in 3D (nei vari kickstarter ne abbiamo visti un tot)… Ma ci sono anche altri oggetti che sembrano di bassa qualità. A cosa è dovuta questa differenza?
S.: Esistono diverse tecnologie di stampa che finiscono con influenzare sia il costo che la qualità del prodotto finale.
Le stampanti più comuni in ambito domestico appartengono alla categoria FDM (Fused Deposition Modeling) e costruiscono un oggetto depositando una serie di strati (alti una frazione di millimetro) fino a completare il pezzo. Tendono ad essere più economiche (si va dai 300 ai 1000 euro o giù di lì), sono un attimo più robuste (dato che il processo di stampa è puramente meccanico) ed il costo del filamento stesso è contenuto (una bobina da 1Kg costa dai 20 ai 30 euro). Il problema principale è che non offrono una risoluzione di stampa tale per avere un risultato decente su dettagli piccoli, come sarebbe richiesto per i nostri amati soldatini; però convengono per cose più grandi, come gli elementi scenici.
Quelle che garantiscono una qualità di stampa migliore e che in genere sono usate per realizzare i master di stampa entrano nella categoria SLA (stereolithography apparatus). In questo caso gli strati che compongono il modello sono costruiti da un laser che solidifica la resina o altro materiale utilizzato. Si tratta di macchine più complesse e più costose (quelle per uso domestico vanno dai 500 ai 2000 euro) e richiedono un po’ di lavoro extra, dato che il pezzo deve essere pulito dai residui della resina prima essere usato e dipinto. Anche le resine hanno costi più alti rispetto al filamento delle stampanti FDM ed il piano di stampa (e quindi la dimensione massima dell’oggetto realizzabile) è in genere più limitato delle stampanti FDM. Inoltre trattandosi di resina non è raccomandabile usarle al chiuso.
B: Ne desumo che la tua sia una FDM, giusto?
S.: Sì corretto, e stampo principalmente in PLA dato che richiede temperature più basse ed è utilizzabile anche in luoghi chiusi visto che la fusione non sprigiona sostanze nocive (a differenza dell’ABS).
B: Credi che attualmente la stampa 3D possa sostituire i metodi di stampa classici per quanto riguarda il modellismo (ovvero possa sostituire sprue di plastica, o stampa in resina/metallo)?
S: Non credo si possa dire che siamo già a quel livello. La tecnologia inizia ad esserci ma i costi e la difficoltà di uso ne limitano un po’ l’impiego a chi ha un certo background tecnico, ad esempio, chi non si fa troppi problemi a smontare i vari componenti o a cercare su internet soluzioni esistenti senza dover ricorrere a qualcuno che fornisca assistenza tecnica.
C’è inoltre da tenere in considerazione che i tempi di stampa non rendono ancora adatte queste stampanti alla produzione in massa, quindi mi viene difficile che qualcuno riesca a vendere soldatini/terreni stampati in 3D. A dire il vero, c’è un KS della 4Ground i cui vari pezzi sono stati stampati in 3D, ma mi sembra più per disperazione che per altro, però.
Poi come ti dicevo prima, le stampanti più comuni (FDM) non offrono un tipo di qualità paragonabile ad un modello fatto con sprue in plastica o stampati in metallo/resina.
B: Ed in futuro?
S: È molto probabile che nei prossimi anni le stampanti 3D inizino ad avere dei rapporti costo/qualità molto migliori fino al punto da diventare molto più diffuse. A quel punto mi aspetto che sempre più produttori inizino a convertire il loro business offrendo modelli 3D scaricabili a pagamento (risparmiando quindi sulla produzione, spedizione e logistica) oltre ad offrire i modelli fatti e finiti.
Al momento vedo una certa distinzione: ci sono i produttori “tradizionali” (GW e Warlord games giusto per citarne un paio) e ci sono aziende nuove (come printable scenery o fat dragon games) che si occupano solo di modelli 3D scaricabili. Proprio di recente, abbiamo visto alcuni attori del mercato (come avatars of war) che stanno iniziando a guardare alle nuove tecnologie.
B: Suggeriresti ad un appassionato di wargames/modellismo di acquistare una stampante?
S: Dipende cosa intende farci. Tanto per dirne una, secondo me non vale la pena di comprarne una giusto per farci un paio di scenici da mettere su un tavolo e basta.
Magari ne vale la pena se si vogliono stampare elementi scenici che uno progetta da sé o se si vogliono stampare un certo numero di elementi molto specifici. Tanto per fare un esempio, le navi in scala 28mm (quelle esistenti già fatte costano una fortuna) o qualcosa di molto esteso come un dungeon.
Comunque oltre il costo iniziale c’è anche da tenere in considerazione la manutenzione (pezzi che si rompono), l’acquisto della resina/filamenti (e quindi prezzo per modello stampato) e la fatica necessaria a diagnosticare i problemi (che è piuttosto rilevante dato che il supporto ufficiale è, in genere, nullo o quasi). Poi in alcuni casi, dato che il software fornito con la stampante può non essere il massimo, è raccomandabile comprare anche un software (slicer) per convertire i modelli 3D in un formato che la stampante può processare come ad esempio Simplify3D.
B: Puoi darci un’idea del costo di una stampante decente? In giro si vedono prodotti a prezzi molto diversi, perché?
S: In genere il diverso costo dipende dalla tecnologia usata e dal tipo di supporto che il produttore offre. Un po’ tutti i produttori le fanno in modo semi artigianale, quelli cinesi le vendono a prezzi inferiori ma offrono poco garanzie, quegli europei hanno dei prezzi più alti ma offrono un’assistenza migliore. Diciamo che un modello base di stampante a filamento un po’ affidabile costa al momento attorno a 500 euro o giù di lì.
B: Invece dove è possibile trovare dei modelli 3D stampabili? Ci sono dei siti appositi?
S: Sì, oltre a quelli che nominavo sopra ci sono anche siti più generici come Thingiverse o MyMiniFactory. Entrambi offrono un mix di modelli gratis o a pagamento (ad esempio alcuni dei miei modelli sono in vendita su MyMiniFactory!), ovviamente non solo in ambito dei wargames. Non è tutto oro quello che luccica però: molti dei modelli gratis sono quasi impossibili da stampare! Non è detto che un modello che sembra fatto bene in foto sia poi stampabile in modo decente e, quindi, bisogna fare attenzione che siano presenti foto dei modelli stampati invece che semplici render.
B: Quanto costa (in materiale) e quanto tempo ci vuole per stampare qualcosa?
S: Dipende dalle varie impostazioni e da cosa si stampa. Se date un’occhiata ai pezzi in foto qui accanto, ci ho messo un mese (stampo principalmente 4-5 ore la sera e un po’ di più nei weekend) e più o meno 20/30 euro di materiale, in questo caso filamento PLA.
B: Parlando di realizzazione dei modelli 3D perchè hai iniziato a realizzare i tuoi modelli?
S: Il tutto è nato anni fa, quando giocavo a Mage Knight Dungeons. Come dungeon si usavano una serie di tessere in cartoncino (o un poster come si vede in un immagine sotto) e nel corso degli anni ho cercato di realizzare quelle tessere in 3D usando diverse soluzioni.
Come primissima alternativa mi ero buttato sul polistorolo: le varie mura e porte erano realizzate tagliando il polistirolo con il seghetto a caldo GW (chi se lo ricorda?).
Ovviamente il risultato finale era abbastanza orrendo (nota: c’è gente che ci fa roba spettacolare con quella tecnica, ma io non sono proprio in grado) e, conseguentemente, sono passato ad usare i blocchetti di Hirst Arts. Un po’ meglio di prima, ma spendevo un sacco di tempo a stampare I pezzettini e la possibilità di fare errori (pezzi più alti o più bassi) era davvero troppo alta.
Col passare del tempo avevo provato anche a fare stampi miei di varie parti già assemblate, l’idea era di ridurre il numero di stampe necessarie. Il processo non era però perfetto ed era difficile fare mura sufficientemente dritte. Allo stesso tempo ero passato ai blocchetti “rovinati” che davano uno stile molto interessante.
Un giorno poi ho deciso di provare qualcosa di alternativo dato che i blocchi esistenti mi limitavano un po’ nel formato (esistono con certe dimensioni particolari. Guarda caso in pollici), quindi iniziai a fare alcune prove disegnando i vari componenti in autonomia. L’idea sarebbe stata di farmi stampare i master da qualcuno e poi farci degli stampi.
A questo punto, però, avevo intuito le potenzialità della stampa 3D, quindi decisi di lasciare stare quell’idea e di lanciarmi a capofitto stampando tutto per i fatti miei.
E dopo diverse modifiche dei modelli sono arrivato a fare questo:
Nel frattempo, mi sono anche spostato dal formato delle tessere di Mage Knight Dungeons rso quello di Zombicide.
Tralaltro, non tutti sanno che ad un certo punto ho anche progettato un paio di cose per essere tagliate con il laser.
Ho però abbandonato l’idea quando ho visto che non potevo realizzare questa roba in autonomia e non era economicamente possibile farmele produrre da altri.
B: Notevole anche quest’ultimo progetto! Che software usi e come funziona il processo dal concetto iniziale fino ad avere un qualcosa di stampabile?
S: Disegno tutto con Sketchup (la versione gratis), in genere parto dal fare dei blocchi segnandomi dove devono finire i connettori per agganciare gli elementi. A questo punto provo diverse combinazioni copiando ed incollando i blocchi nel progetto, facendo attenzione che tutto sia collegabile correttamente.
Una volta che sono soddisfatto dell’idea generale, inizio a dettagliare un blocco e lo stampo.
A questo punto rivedo (se necessario) il progetto del singolo blocco fino a quando è stampabile in modo decente (ad esempio ruotandolo sul piano di stampa, aggiungendo supporti extra ecc.) . Una volta soddisfatto passo al blocco successivo e così via.
Mentre progetto qualcosa devo anche pensare anche a come verrà stampato, quindi in genere cerco di dividere i pezzi più grandi ed orientare i componenti in modo che abbiano senso (ad esempio evitare “ponti” senza supporti o pareti troppo sottili.
B: Qual è il prossimo progetto che hai in mente?
S.: Oltre ad aggiungere più tessere al dungeon esistente, sto cercando di espanderlo anche in verticale in modo da usarlo come città in rovina… però sto ancora progettando i vari componenti dato che in pratica sto raddoppiando il numero di pezzi del progetto.
B: Hai in mente qualche acquisto ulteriore per potenziare la tua “dotazione tecnologica”?
S.: Ho una mezza idea di prendere una stampante SLA ma sono un po’ restio all’idea (visto quello che dicevo sopra). Poi nel mio caso c’è anche un problema di spazio dato che gli appartamenti a Londra sono minuscoli (ed il mio è già pieno zeppo di soldatini).
B: Grazie tante ancora una volta per il tempo che ci hai concesso (e che hai dovuto distogliere dalle tue molteplici attività, ludiche e non) e vi diamo appuntamento nuovamente sul profilo Twitter di Saint e sul nostro topic dedicato per le ultime novità creative del nostro.