Le Cronache di Rinascita – parte seconda: casus belli (seconda parte)

Continuiamo ad approfondire l’antefatto alla ricerca della cause dell’ostilità tra Beauregard e Volstadt. Questo articolo avrà una forma un po’ particolare: in citazione troverete la narrazione di Albrecht, mentre nel testo dell’articolo il battle report del primo torneo di Beauregard. Come ogni battle report che si rispetti, il tutto sarà corredato da un buon numero di foto, per evidenziare le gesta dei campioni scesi in campo. Per alcuni sarà stata gloria, ma per altri ignominia che dovranno pur cancellare in qualche modo, un giorno.

Buona lettura.

Ed ecco i campioni che scesero in lizza.

Per Beauregard, Herault Dinonbod, giovane cavaliere errante di temperamento impetuoso e gradevole aspetto; Mathieu Dinonson, conosciuto per il suo ardore; Rogier Aileter, rinomato nel regno per la ferrea disciplina; Louis Legris, ligio e fanatico nel suo rispetto del codice cavalleresco; e Thibaut Domden, sire di Fontainais e noto per essere il più abile giostratore del regno.

Per Volstadt, Karl Eintel della guardia a cavallo di re Helmut, stoico guerriero; Helmut Marbert dell’ordine del ghepardo, cavaliere devoto a Sigmar e da lui benedetto; Franz Helneuholmard dell’ordine della fortezza del sole levante, conosciuto anch’egli per sottoporsi ad una disciplina d’acciaio; Kurt Meirbec, suo commilitone e noto per il suo ardore; e, da ultimo, per sostituire il suo capitano ammalatosi misteriosamente nel cuore della notte (alcune voci maligne sostengono che non abbia retto il vino bretoniano), Liutprando Granmeirton, cavaliere giovane e impetuoso che tanto scandalo aveva provocato nel giorno della parata chiedendo, ed ottenendo, un pegno di favore da dama Eloisa, la sorella di re Godefroy.

Per il torneo abbiamo utilizzato le regole di Full Tilt, un mini gioco apparso per la prima volta sul White Dwarf #215, nel novembre 1997, ma abbiamo limitato il numero di partecipanti a 5 cavalieri per parte, invece dei 6 previsti (in modo da tenere i tempi, già ragionevolissimi, ancora più limitati). Nel comporre la propria selezione, i giocatori possono attribuire ad ogni loro campione una virtù selezionata da apposita lista. Per quanto riguarda la squadra imperiale, ho preferito selezionare solamente quelle virtù che potessero riferirsi a cavalieri generici piuttosto che a cavalieri bretoniani in particolare. Unica eccezione per Liutprando che viene considerato impetuoso, al pari di Herault. I cavalieri di ogni squadra, ognuno dei quali parte con due ferite, vengono sorteggiati per decidere l’ordine di discesa in lizza. Ogni cavaliere sceglie di nascosto una delle cinque tattiche disponibili: puntare allo scudo, puntare all’elmo, puntare al crest, oscillare la lancia, schivare. La scelta della tattica determina l’ordine di “iniziativa” con il tentativo di colpire lo scudo che offre la precedenza e il tentativo di schivare il colpo l’ultimo posto. Ogni tipo di tattica offre alcuni bonus e malus, tranne l’attacco allo scudo che è assolutamente neutro. Le due tattiche vengono svelate e quindi si procede a risolvere gli attacchi nell’ordine così stabilito. Quindi si tirerà normalmente per colpire e, se si ha successo, per ferire. Visto che i tornei si disputano con armi spuntate, non si ha beneficio alla forza grazie alla carica. I cavalli non partecipano in quanto separati. Se un cavaliere “ferisce” l’avversario, vuol dire che ha spezzato una lancia e marcato un punto. Il cavaliere ferito fa un test di armatura per vedere se salva la ferita. Se non la salva, fa nuovamente un test per vedere se viene disarcionato (ciò accade con un tiro di 1, 2 e 3 su D6). Lo scontro si disputa su tre “lance” (vale a dire tre passaggi). Se il cavaliere colpisce il crest non disarciona l’avversario, ma marca due lance (e poi si vede se stacca anche il crest dall’elmo con il solito 1, 2 e 3 su D6).

Mathieu Dinonson affronta Franz Helneuholmard e vince per una lancia a zero

I primi a scendere nella lizza furono Louis Legris e Helmut Marbert. L’arrogante cavaliere bretoniano tentò immediatamente di colpire il crest del nostro valente cavaliere che, per suo conto, schivò il colpo, provocando le urla di scherno del pubblico. Al secondo passaggio, però, mentre Legris tentò di colpire invano l’elmo del nostro campione, questi, muovendo con una traiettora obliqua la lancia, colpì il suo avversario e lo disarcionò. Il pubblico stentava a credere ai propri occhi nel vedere che un cavaliere di Volstadt si era dimostrato più abile di uno di Beauregard.

Per secondi vennero estratti Mathieu Dinonson e Franz Helneuholmard. I due giostrarono per tre volte e il bretoniano vinse per essere riuscito a spezzare una lancia, mentre il nostro, pur colpendo una volta l’avversario non riuscì né a disarcionarlo né a mandare in frantumi il proprio legno.

Mathieu ha la virtù dell’ardore cavalleresco che gli consente di utilizzare un +1 alla forza nel primo passaggio, Franz ha la virtù della disciplina che gli permette di non fare il test per vedere se viene disarcionato in virtù delle tante ore trascorse ad allenarsi cavalcando il suo destriero.

Per terzi vennero estratti il giovane Herault Dinonbod e Kurt Meirbec.

Herault Dinonbod affronta Kurt Meirbec e viene disarcionato

Il bretoniano si lanciò con impeto tale da riuscire ad anticipare il proprio avversario, colpendone il crest, senza mandarlo in volo, ma mandando in visibilio la folla bretoniana, quando la lancia di Kurt scivolò sullo scudo dell’avversario. La dama che il giorno precedente aveva fatto dono al giovane della sua giarrettiera mostrava un impudico entusiasmo. Tutto ciò svanì e si trasformò in assoluta incredulità quando, al passaggio successivo, Herault mancò il suo bersaglio. Per eccesso di arroganza aveva mirato questa volta all’elmo, mentre il nostro Kurt lo prese in pieno nello scudo e lo scagliò al suolo. La dama non trovò meglio da fare che coprirsi il volto con il velo e abbandonare il palco.

La sfida più equilibrata ed entusiasmante del torneo si conclude 3 lance a 2 per Thibaut di Fontainais contro Karl Eintal

Nel quarto turno, Thibaut de Fontainais venne chiamato a salvare l’onore bretoniano contro Karl Eintel. Il temibile cavaliere colpì ad ogni passaggio e spezzò due lance, una sul crest del nostro campione, ma senza riuscire a staccarlo, ed una sullo scudo. Karl non fu da meno e riuscì anch’egli a spezzare due lance. Fu senza dubbio lo scontro più avvincente della giornata e i due cavalieri si salutarono pieni di reciproco rispetto e ammirazione.

Herault ha la virtù del cavaliere impetuoso. Questo significa che colpisce sempre per primo. Ha anche diversi favori, grazie all’impertinente pegno offertogli dalla dama il giorno precedente che gli consente di poter ritirare cinque volte nel caso in cui il tiro di dado non gli sia favorevole. Comunque il secondo risultato deve sempre essere accettato. Nonostante ciò, Herault non riesce ad evitare l’ignominia e viene disarcionato. Come minimo, se verrà mai fatto cavaliere del regno, dovrà partire per una nobile cerca per lavare una tale onta…

Il suo avversario ha invece la virtù dell’ardore cavalleresco che dà un +1 alla forza sul primo incrocio. Non sarà tale virtù a consentire all’imperiale di vincere la sfida.

Di contro, i tre passaggi di Thibaut e Karl sono stati sicuramente il momento più entusiasmante del torneo. Tutti e due quasi sempre a segno, ma mai disarcionati. Thibaut che ha la virtù della giostra, colpisce automaticamente. Sfrutta appieno questo vantaggio colpendo l’avversario al crest e marcando due punti al primo passaggio. Grazie alla virtù del nobil disdegno, Karl “ignora” la prima ferita e nega la terza lancia al secondo passaggio, spezzando la sua. Al terzo passaggio, entrambi spezzano la lancia, quindi chiudendo la contesa 3 a 2 per il bretoniano.

Liutprando sprona il proprio cavallo contro Rogier Aileter

Gli ultimi due a scendere in lizza furono Rogier Aileter e il nostro giovane Liutprando. Nonostante la sua impetuosità ed il favore di madama Eloisa, pur colpendo ripetutamente il suo avversario, Liutprando non riuscì a spezzare alcuna lancia. Di rimando, Rogier ne spezzò due, ma il giovane di Volstadt riuscì sempre a restare in sella, pur dando entrambe le volte l’impressione di poter essere disarcionato. Pur battendosi con onore nonostante la sua giovane età, Liutprando nulla poté contro l’esperienza e la maestria del suo avversario e non riuscì ad impedire la vittoria bretoniana che venne accolta dal tripudio della folla.

In quel momento, probabilmente, l’alleanza tra Beauregard e Volstadt toccò il suo apogeo. Un profondo rispetto unì i due popoli che avevano potuto ammirare l’abilità marziale dei propri campioni e saggiarne la determinazione. Il torneo si concluse con un gran banchetto, durante il quale re Godefroy felicitò ripetutamente i suoi ospiti di Volstadt che risposero esaltando la prodezza dei loro avversari. Solo una nube adombrò la luce gioiosa di quella serata memorabile: Liutprando non si presentò alla festa e un velo di tristezza coprì il meraviglioso sguardo di Eloisa. 

Per più di due anni di lui non si seppe più nulla.

(continua)

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